Secondo P. Shenefelt, Ricercatore presso la divisione di Dermatologia della University of South Florida, l’utilizzo dell’ ipnosi può favorire il miglioramento di numerose malattie dermatologiche se non addirittura promuoverne le risoluzione.
Tra le malattie della pelle in questione, oltre la psoriasi, nello studio vengono citate anche: acne, alopecia, dermatite atopica, herpes ed orticaria.
L’ipnoterapia inoltre potrebbe ridurre il dolore, il prurito e gli aspetti psicosomatici legati a questo tipo di malattie.
Il meccanismo tramite il quale l’ipnosi produce un miglioramento dei sintomi e delle lesioni cutanee è compreso solo in parte; l’ipnosi sembra intervenire nella regolazione del flusso sanguigno e di altre funzioni del sistema nervoso autonomo che normalmente non sono sotto il nostro controllo conscio.
Inoltre sembra esserci un’importante implicazione del rilassamento, che accompagna l’ipnosi, nel produrre positive modificazioni nel funzionamento del sistema neuro-ormonale.
Un altro punto fondamentale è che, in Dermatologia, questo tipo di tecnica può essere usato sia per controllare abitudini scomode e ulteriormente lesive come il trattamento che per procurare al paziente un’immediata analgesia di lunga durata.
Riducendo quindi l’entità dei sintomi quali il dolore ed il prurito, l’ipnosi ridurrebbe anche il carico di ansia al quale il paziente si trova continuamente sottoposto.
Nonostante la casistica sia ancora notevolmente ristretta, lo studio mostra dei risultati positivi riguardanti l’utilizzo dell’ ipnosi su pazienti psoriasici.
L’Autore ha riportato un caso di psoriasi che ha mostrato una regressione del 75% ed una totale restitutio ad integrum in un’altro caso , sempre di psoriasi , con durata della malattia di almeno 20 anni; i risultati sono stati ottenuti con l’utilizzo di due diverse tecniche ipnotiche.
Un precedente studio ( Tausk , Withmore , Psychother Psychosom 1999: 495: 1-9 ) aveva già dimostrato l’efficacia dell’ipnosi come terapia aggiuntiva nella psoriasi , anche se i miglioramenti più consistenti sono stati ottenuti solo in soggetti altamente ipnotizzabili ( secondo la Stanford Hypnotic Susceptibility Scale, Form C o SHSS-C )
L’Autore conclude asserendo che, pur non essendoci ancora dati certi per affermare che l’ipnosi possa diventare la terapia d’elezione in casi del genere, viene comunque dimostrata la sua efficacia come coadiuvante, soprattutto nei casi più resistenti e dove vi sia un significante fattore emozionale nello scatenamento della psoriasi stessa.
Affinchè l’ipnosi sia di reale beneficio, il paziente non deve essere nè psicotico, nè soggetto ad intossicazione da sostanze, ma anzi motivato, non resistente e, soprattutto, mediamente o altamente ipnotizzabile ( sempre secondo la SHSS-C ) ; questi sono, assieme all’alto costo, gli attuali svantaggi dell’ipnoterapia applicata alla Dermatologia. ( Xagena2004 )
Shenefelt PD , Dermatol Ther 2003 ; 16 : 114-122
Ezio Giangreco
Dermo2004