Vemurafenib ( Zelboraf ), un nuovo inibitore selettivo di BRAF, ha recentemente dimostrato efficacia nel trattamento dei melanomi che trasportano mutazioni BRAF V600E.
Simile all'inibitore RAF a largo spettro Sorafenib, Vemurafenib induce lo sviluppo di carcinomi a cellule squamose e cheratoacantoma come un effetto collaterale della terapia.
Obiettivo di questo studio è stato quello di dettagliare ulteriori effetti avversi cutanei di Vemurafenib e di un inibitore BRAF simile, Dabrafenib ( GSK2118436 ) .
Sono state valutate le caratteristiche cliniche ed istologiche degli effetti collaterali cutanei che si sono sviluppate a seguito della terapia con Vemurafenib o Dabrafenib in 14 pazienti.
Otto pazienti hanno sviluppato uno o più carcinomi a cellule squamose, e 11 pazienti cheratosi verrucosa benigna.
Otto pazienti hanno sviluppato lesioni singole e/o eruzioni diffuse con esiti istopatologici di discheratosi acantolitica, coerenti con discheratoma verrucoso ed eruzioni cutanee Darier-o Grover-simili, rispettivamente.
Un paziente ha sviluppato ipercheratosi palmo-plantare e scurimento di nevi esistenti e nuovi nevi entro 2 mesi dall'inizio del trattamento con Vemurafenib.
Gli effetti collaterali si sono presentati sin dalla prima settimana dopo l'inizio della terapia, con un tempo medio di insorgenza di 12.6 settimane in questa coorte.
In conclusione, l'inibitore selettivo BRAF è associato allo sviluppo di tumori maligni e benigni, tra cui carcinoma a cellule squamose cheratoacantoma-simile, discheratoma verrucoso e cheratosi verrucosa, con eruzioni diffuse con caratteristiche istologiche di discheratosi acantolitica.
Dato il potenziale sviluppo di lesioni maligne durante il trattamento, è necessaria consapevolezza dei potenziali effetti negativi di questi farmaci, ed è raccomandata una bassa soglia per la biopsia di nuove neoformazioni. ( Xagena2012 )
Chu EY et al, J Am Acad Dermatol 2012; 67: 1265-1272
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